Versetti sulla morte
Aforismi, frasi e citazioni delle sacre scritture bibiliche.
Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;
Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza.
ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti.
Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand'è consumato, produce la morte.
E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio,
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo,
Un buon nome è preferibile all'unguento profumato e il giorno della morte al giorno della nascita.
Ricorda quant'è breve la mia vita. Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Egli entra nella pace, riposa sul suo giaciglio chi cammina per la via diritta.
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda.
Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?
L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte,
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate.
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